Cedolare secca 2024: il canone concordato una scelta sempre azzeccata!
Importanti sono le novità che verranno introdotte nel nuovo anno per quanto riguarda il regime fiscale della cedolare secca, l’opzione che consente l’accesso ad una tassazione agevolata per le locazioni di immobili ad uso abitativo.La scelta di affittare a canone concordato si rivela ancora una volta la più indovinata…
Di cosa si tratta?
La cedolare secca, introdotta nel nostro ordinamento nel 2011, è un regime fiscale alternativo all’Irpef che può essere adottato esclusivamente al momento della stipula di contratti di locazione di immobili abitativi effettuata tra persone fisiche. Dal 2019, infatti, essa non è più applicabile ai beni di uso commerciale!
La cedolare secca rappresenta oltretutto un’imposta che non solo si sostituisce all’Irpef e alle relative addizionali sul reddito generato dai canoni di locazione ma che consente, inoltre, il completo abbattimento delle imposte di registro e di bollo che devono essere solitamente versate per la registrazione, la risoluzione o la proroga dei contratti di locazione.
Di che aliquota stiamo parlando?
La cedolare secca consente l’accesso ad un’imposta sostitutiva dell’Irpef variabile tra il 21%, nella misura ordinaria, e il 10%, nella misura concordata, del canone di locazione pattuito tra le parti.
È da ricordare che, qualora un proprietario scegliesse questa alternativa fiscale per locare la propria casa, egli dovrebbe comunque rinunciare del tutto alla possibilità di aggiornamento periodico del canone di locazione. E ciò anche se questo è previsto direttamente dal contratto di locazione. Non potranno essere richieste nemmeno le variazioni Istat in base all’indice FOI relative alla pregressa annualità.
Perché scegliere il canone concordato?
La legge di Bilancio 2024 introduce una rilevante novità in materia di cedolare secca. Ovvero, a fianco dell’aliquota del 21%, prevista per gli affitti liberi (cd. 4+4), viene previsto un incremento sostanziale di cinque punti percentuale per le locazioni brevi. Ciò significa che solo per quest’ultima tipologia di affitto l’aliquota passerà dal 21 al 26%!
Per comprendere meglio:
Caso 1) Tizio concede in locazione un immobile per un periodo massimo di 30 giorni. Con la cedolare secca egli avrà un’aliquota pari al 21%;
Caso 2) Tizio concede in locazione più di due immobili (ma meno di quattro) per un periodo massimo di 30 giorni. Con la cedolare secca egli avrà un’aliquota pari al 26%
Riassumendo… raffrontando le tipologie di affitto abitativo emerge quanto segue:
a) affitto libero (4+4) – cedolare secca aliquota 21%
b) affitto breve – cedolare secca aliquota tra il 21% e il 26%
c) affitto a canone concordato – cedolare secca aliquota fissata al 10%.
In conclusione, senza contare le innumerevoli agevolazioni fiscali tradizionalmente previste dalla normativa nazionale e comunale, il canone concordato si rivela – anche a fronte della recente Legge di Bilancio 2024 – la scelta sempre più conveniente per i proprietari di case.
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