Affitto a canone concordato: nel Legnanese è sempre più conveniente!

Legnano, fin dalla fine degli anni Novanta, è stato tra i primi Comuni del comparto Nord Ovest di Milano a sottoscrivere un accordo locale sulla locazione a canone concordato. Ora però, testatane la convenienza fiscale, anche diversi altri Comuni del territorio circostante si sono adeguati e…

Di cosa si tratta?

Stiamo parlando degli accordi stipulati tra le principali associazioni a tutela della Proprietà Edilizia e Inquilinato introdotti con la Legge 431/1998 (cd. Legge sulle Locazioni) e da ultimo rivisitati normativamente dal D.M. 16.01.2017. Si tratta, nello specifico, di quegli accordi che consentono, sulla base di intese territoriali, di applicare affitti calmierati agli inquilini di immobili abitativi posseduti da privati.

Quali i vantaggi?

L’accordo di Legnano, al pari quelli degli altri Comuni del medesimo comprensorio, prevede una serie di vantaggi tanto per i proprietari che per gli inquilini. Nello specifico: per i primi dei contratti di minor durata (3+2) rispetto all’ordinario (4+4) nonché agevolazioni IMU e TASI (ambo ridotte del 25%), cedolare secca al 10% e deduzione IRPEF del 33,5%, mentre per i secondi un affitto più calmierato rispetto a quello tradizionale di mercato e deduzioni reddituali secondo relativo scaglione di appartenenza.

In sostanza, stiamo parlando di prezzi certamente interessanti per chi affitta, ma anche i proprietari hanno il loro guadagno: perché chi firma l’accordo può godere di sgravi sulla tassazione locale.

Perché finora se ne è parlato poco?

Il fatto è che attualmente agli accordi territoriali non è stata fatta molta pubblicità. Chi è già iscritto a un sindacato ne è informato, gli altri semplicemente non sanno che esiste e continuano a pagare di più. E poi se originariamente per siglare il contratto di locazione concordata bastava scaricare la relativa modulistica dal sito dei Comune di interesse e farla registrare all’ufficio Protocollo comunale, già nel 2018 le cose hanno cominciato a farsi più complicate. Oggi il contratto dev’essere compilato da un sindacato (Associazione della Proprietà Edilizia e/o Inquilinato), che quindi se ne fa garante. Solo al termine di quest’iter estenuante, il documento può essere registrato e diventa valido a tutti gli effetti.

Il risultato? Nel legnanese c’è gente che continua ad avere bisogno di una casa, e case che continuano a rimanere sfitte. Nonostante esistano gli strumenti rendere tutti felici.

Perché proprio nel territorio legnanese?

Gli accordi territoriali comunali hanno scadenza triennale. A seguito dei rinnovi effettuati in questi ultimi anni, i parametri economici necessari per determinare il canone di affitto concordato sono stati aggiornati e sono stati per lo più equiparati a quelli del libero mercato.

Conseguenza: oggi nel territorio legnanese affittare un’abitazione con il canone concordato comporta l’applicazione di un canone pressoché identico a quello della locazione libera 4+4. Da qui va da sé la sempre maggior convenienza (tanto per proprietari quanto per conduttori) nel ricorso tipo locativo a canone concordato, potendo sfruttare così le numerose agevolazioni fiscali diversamente non applicabili.

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