Affitti concordati: attestazione Sì… Ma con scappatoia!

L’attestazione è il “timbro” che certifica la conformità di un contratto di affitto a canone concordato. Attestando un affitto concordato si dichiara in sostanza che il relativo contratto è stato stipulato nel rispetto degli accordi territoriali sottoscritti tra le associazioni di categoria a tutela degli interessi della proprietà edilizia e dell’inquilinato.

A cosa serve l’attestazione?
Attestazione e fiscalità, quando si parla di canone concordato, costituiscono un vero e proprio binomio caratteristico. Senza attestazione, infatti, non è possibile per proprietario e inquilino godere delle agevolazioni fiscali legalmente stabilite in materia di affitti agevolati. Si pensi, ad esempio, alla cedolare secca fissata al 10% (anziché al 21%) o alle detrazioni IMU e TASI al 25% ciascuna.

Va sempre richiesta?
In prima battuta l’art. 7 del DL Semplificazioni aveva stabilito che la medesima attestazione potesse essere fatta valere per ogni contratto di affitto stipulato dopo il suo primo rilascio; il tutto salvo “variazioni delle caratteristiche dell’immobile o dell’Accordo Territoriale del Comune” di riferimento. Ora invece, con la sua conversione in legge, si è fatto un passo indietro. Ovvero, per i contratti d’affitto a canone concordato, l’attestazione continua a essere sempre necessaria.

Vie di fuga?
Di fatto, ad eccezione di quei Comuni i cui accordi locali non sono ancora stati rinnovati ex Dm 16 gennaio 2017 (norma che ha introdotto l’adempimento in oggetto), con la conversione in legge del citato decreto stato chiarito che al fine di far valere la stessa attestazione i contratti di affitto devono avere “il medesimo contenuto” (DL 73/2022, nuovo art. 7). Il significato di quest’ultima espressione resta ancora da chiarire in via definitiva anche se, senza ombra di dubbio, pare potersi riferire ad elementi intrinseci al contratto di affitto che necessariamente devono restare invariati, quali: parti, canone e durata.

Risvolti pratici?
Il DL Semplificazioni lascia sicuramente trasparire il positivo intento di una prima semplificazione atta a favorire un più agile accesso alla figura della locazione concordata, ad oggi gravata da un eccessivo e scoraggiante iter burocratico. Il tutto però sempre con un attento sguardo atto ad evitarne abusi indiscriminati eludenti la reale funzione attribuita alle attestazioni. Appunto la prova della conformità del contratto locativo stipulato all’Accordo territoriale del Comune interessato.